Assemblea sezionale SEV Lavori Ticino
Come affrontare l’indifferenza, a volte anche il qualunquismo, di molti colleghi e in particolare dei più giovani nei confronti del sindacato? E quanto è giustificato, o corretto, il rimprovero che alcuni colleghi fanno al sindacato e al SEV in particolare di essere troppo attivo e «profilato» politicamente?
Sono due delle questioni più generali discusse nel corso della vivace assemblea della sezione Lavori Ticino tenutasi, con la partecipazione dei «soliti noti», alla cucina della squadra a Giubiasco e conclusasi con una bella cena «nostrana» a base di polenta e mortadella, particolarmente apprezzata anche dagli ospiti d’oltre Gottardo.
La riunione è stata ovviamente innanzi tutto dedicata alle questioni di più stretta attualità, in particolare la Cassa pensione FFS (elezioni dei rappresentanti del personale nel consiglio di fondazione) e al progetto RailFit 20/30. Pietro Gianolli e Christian Suter (presidente centrale) hanno spiegato ai presenti la gravità della bassissima partecipazione degli assicurati all’elezione dei rappresentanti del personale nel nuovo Consiglio di fondazione della cassa, e i pericoli che può comportare la conseguente elezione di due componenti di cui non si conoscono bene intenzioni e affidabilità nella difesa degli interessi dei dipendenti.
In merito a RailFit, sebbene il progetto non sembri toccare direttamente infrastruttura e manutenzione riguardo ai previsti tagli di personale, Gianolli ne ha evidenziato due punti che invece colpiscono tutti i dipendenti (quota del contributo di rischio di cassa pensione a carico degli assicurati e peggioramento delle condizioni per il prepensionamento per motivi medici). Soprattutto è malcelata la strategia dell’attacco che la direzione sta già lanciando in vista delle trattative per il rinnovo del CCL …
Si torna per forza di cose al punto di partenza: come spiegare ai colleghi «indifferenti», e in particolare ai più giovani, che un CCL che garantisce buone condizioni di lavoro può solo essere conquistato e difeso da un sindacato forte, e che la forza del sindacato si misura innanzi tutto dal numero degli iscritti? E che sono gli iscritti che sostengono, con la loro quota associativa e la loro partecipazione, le condizioni di lavoro di tutti, anche di chi non lo è? Come spiegare che un sindacato adempie alla sua ragion d’essere e alla sua missione solo se si prende carico delle questioni sociali ed economiche legate al lavoro, e che per far questo per forza di cose non può non intervenire anche a livello politico, dove tali questioni a un livello più generale vengono decise (e ancor di più nell’ambito FFS, quale impresa pubblica)?
L’unica strada per poter combattere e superare l’indifferenza di molti colleghi di lavoro, e dei giovani in particolar modo, come sottolineato in diversi interventi non può che essere quella di una migliore, regolare e più capillare informazione. La sottofederazione Lavori sta mettendo in atto un suo programma, che prevede tra l’altro una nuova Home page (uvbau.ch/it, o link dalla pagina principale del SEV) e regolari newsletter agli indirizzi mail dei suoi affiliati. La sezione è chiamata a proseguire nel suo programma di ricreare ed espandere la sua rete di persone di fiducia nei singoli settori e servizi di competenza in Ticino. Il terreno di sfida nell’infrastruttura e nella manutenzione è dato dalla miriade di piccoli progetti di ristrutturazione che si susseguono, dalla strisciante e costante diminuzione degli effettivi e dall’aumento dei mandati esterni. Uno stato di fatto a cui si potrà reagire unicamente ricreando e sostenendo una organizzazione capillare e diffusa di militanti che siano anche persone di riferimento per i propri colleghi di lavoro.
Calogero Ferruccio Noto